Lo strano mondo delle aste giudiziarie a Vicenza
Ci sono giorni in cui sono davvero fiera del lavoro che svolgo di consulente tecnica legale e del come lo svolgo: onestà, intransigenza, determinazione, passione, sono i tratti che rappresentano il mio modus operandi; sarei pronta ad affrontare un treno in corsa frontalmente per un cliente, soprattutto quando dimostra totale fiducia in me e di fronte alle difficoltà non si scoraggia ma afferma “faccia lei, sono nelle sue mani”.
Tuttavia quando ci sono delle vicissitudini che impediscono il mio lavoro, in modo controverso, non chiaro, tortuoso e che sono costretta a subire mio malgrado perchè, come purtroppo recente esperienza ha dimostrato, neanche protestare rimettendosi nelle mani di chi dovrebbe ascoltare e proteggere ciò che è giusto, serve, alla fine mi ritrovo, mani sulla tastiera, non a scrivere una mail, un’istanza di partecipazione ad un’asta o un accordo stragiudiziale o altro ma uno sfogo dirompente, un misto tra un urlo e un pianto di rabbia per vincere la frustrazione che chiede giustizia.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso riguarda una vicenda occorsa oggi: accompagno un cliente a un’asta, prezzo piccolo, zona centrale e molti partecipanti, più di venti, tutti italiani.
Il Covid 19 ha messo in ginocchio l’economia mondiale ma quello che non cambia, mai, è la fissità a Vicenza del modo di gestire le vendite giudiziarie, in presenza e non telematiche, alla vecchia maniera con qualche ridicolo e formale accorgimento che non consente nessuna tutela ma solo di salvare a stento la faccia e nessuno protesta e tutti si adeguano.
Perchè non si prende la decisione somma di svoltare verso le aste telematiche? Perchè il Dio guadagno conta più della salute e la partecipazione massiva, come più e più volte detto, consente quell’effetto casino’ che è a tanto caro all’indotto che ruota intorno alle vicissitudini giudiziarie e fa sì che questo mondo non debba cambiare perchè contano gli incassi sopra ogni cosa e ci sono intere categorie di soggetti che hanno venduto l’anima al diavolo perchè questi meccanismi ruotino in un certo modo senza cambiare mai direzione se non al loro favore creando un sistema immutabile.
Provate a mettere una macchina al costo iniziale di un euro su Ebay o meglio ad offerta libera e vedrete dove arriverà il prezzo e quanti partecipanti e questo che succede oggi a Vicenza (accesso facile e corsa all’affare che miseramente svanisce tra soggetti abbandonati al loro destino, soli, inebriati dall’aver vinto un immobile all’asta come fosse una medaglia al valore e più alto è il prezzo di aggiudicazione più aumentano i guadagni di terzi).
Torniamo al racconto di oggi: dopo quei distinguo che un paio di anni fa hanno fatto l’ingresso nel nostro Tribunale berico e non solo, offerenti con accompagnatori possano rimanere affiancati dagli stessi a patto che nessuno si opponga, subentra la novità Covid, nessuno può essere accompagnato, entrano solo gli offerenti.
Ma tuttavia una variazione c’è stata oggi: la, forse maggiore tolleranza del delegato (nota persona perbene), ha fatto sì che dentro, con mia grande sorpresa e meraviglia (sono rimasta fuori in modo discipinato e lo appreso solo dopo) ci fossero anche degli accompagnatori e non solo..
La collaboratrice del delegato, prima dell’inizio dei “giochi” dice di allontanarsi dal cortile antistante la sala, chiedendo di non disturbare i condomini (come se stessimo a bere uno spritz, eravamo a stento 4,5 persone, la sottoscritta anche da sola): l’onnipotenza degli addetti ai lavori porta a volere decidere perfino della gestione degli spazi esterni come se il loro super potere potesse distinguere chi è ammesso e chi no a questo mondo, solo sulle base delle simpatie e antipatie andando oltre e disponendo, prossimamente, anche dell’aria che si respira; la sottoscritta rimane dov’è mentre altri si allontanano, temporaneamente (Perchè?) per poi tuttavia tornare dopo.
Durante l’asta succede il delirio: porta aperta sì, evviva ma si vedono telefoni in mano in costanza di rilanci, gente che entra e che esce dalla sala tra gli offerenti, chiamano e rispondono al telefono uscendo dalla sala, confabulano tra di loro, senza che nessuno, neanche simbolicamente, li riprenda: mi ricordo che ai tempi in cui lavoravo in associazione, in quel di Padova, non lasciavamo che chi era dentro gli uffici dove si svolgevano le aste neanche respirasse per prevenire illeciti e contestazioni ma ora le cose sono davvero cambiate e va tutto bene, nessuno protesta e il più furbo vince, senza controllo, salvo di chi si ribella risultando inviso al sistema mentre i marpioni volano senza freni (con le aste sincrone telematiche ciò non accadrebbe ma non conviene a chi dovrebbe svoltare che congela lo status).
Ma le ossessioni Covid che riguardano bar, ristoranti, alberghi, cinema, palestre, qui non valgono: oltre il teatrino assistito in data odierna (riferiscono che addirittura di recente un’asta molto partecipata si sia svolta in terrazza, tutto pur di mantenere inalterato il numero dei partecipanti in barba alla sicurezza, come se, ad esempio, quanto scelto dal Tribunale di Padova con il doppio binario – aste in presenza e telematiche – fosse una via non percorribile o la precedente fede alle aste sincrone di tre anni fa dei GE berici, con relativa circolare, fosse ormai storia vecchia, come un amore scoppiato e poi miseramente finito), in altre situazioni, in altri luoghi con altri delegati, vediamo che basta entrare uno alla volta perchè sia garantito in uno spazio condiviso il no agli assembramenti ed evitato il rischio di contagio (basta un’autocertificazione e tutti felici e contenti) mentre per altre attività commerciali, in condizioni analoghe, i carabinieri intervengono infliggendo pesanti multe, qui nulla.
Ma è normale che non si veda l’ombra di nessuno mai delle forza pubblica durante la celebrazione di queste vendite?
Interessante evoluzione anche per quanto riguarda la questione custodia: i numerosi dpcm del premier Conte hanno fatto sì che sfratti ed esecuzioni di abitazioni occupate dai debitori o da soggetti con titolo fossero rimandate a data da destinarsi. Avrete notato che le case occupate vengano nelle aste di queste mesi regolarmente vendute ma ciò che nessuno dice è: sapete che secondo la non interpretazione di chi dovrebbe decidere a Vicenza, nessuno effettuerà sloggi anche per quelle occupate senza titolo? Che tutto rimarrà fermo fino al 30 giugno con il rischio tangibile che, se si aggiudica oggi, si entrerebbe in possesso dell’immobile a fine anno?
Una nostra istanza in merito giace in Tribunale non risposta da inizio gennaio e guai a chiedere riscontro: siamo stati sbranati vivi e le nostre ossa professionali sputate senza pietà.
Ma perchè nessuno interviene a regolamentare il tutto verso maggiore equità e giustizia? Il dott. Alberto Rizzo?
Una parola di stima, in conclusione, verso l’associazione Delta degli avvocati Dal Santo e Duò: sempre eleganti nella gestione delle aste e del pubblico, sempre equidistanti e professionali e lontani dall’esuberanza di ALTRE MAESTRANZE, con appetiti insaziabili e con professionalità approssimativa. Esempio.